Zootecnia e meccanizzazione un rapporto consolidato

meccanizzazione
Serve un parco attrezzature adeguato. L’esperienza di Masserie Amiche di Putignano (Ba)

Macchine e attrezzature per la stalla, per i campi, per il caseificio. Forse non c’è azienda agricola che abbia un rapporto così stretto, ampio e diversificato con la meccanizzazione più di quella zootecnica, a maggior ragione se è in filiera corta per la trasformazione del latte. Esemplare in tal senso è l’azienda agricola zootecnica Masserie Amiche di Putignano (Ba), condotta in biologico dai fratelli Gianluca e Piero Gigante e nota con il marchio “Querceta”.

«Un’azienda zootecnica moderna non può prescindere da una sala mungitura prestante – afferma Gianluca –. Alcune sale mungitura sono dotate di apparecchiature in grado di rilevare i calori, misurare la temperatura, le cellule somatiche, ecc. di ogni animale. Naturalmente l’investimento è commisurato al numero di capi allevati, a noi per il momento basta la nostra spina di pesce 5+5. Indispensabile è poi il carro miscelatore per preparare la razione per ogni gruppo di animali. Alcune aziende hanno invece l’autoalimentatore, altre l’uno e l’altro. A noi basta il carro semovente, da 15 m³, con il quale prepariamo la razione per vacche in lattazione, vacche in asciutta, manze e vitelle, vitelli maschi: poiché l’azienda è biologica, non “spingiamo” molto le vacche, diamo il sostegno alla produzione che geneticamente possono garantire».

Prezioso in un’azienda zootecnica, sottolinea Piero, è la macchina semovente dotata di sollevatore telescopico. «Il sollevatore è versatile, a esso possono essere agganciati diversi attrezzi, come la benna o pala, le forche per pedane, le forche per balle, la pinza per il letame. Insomma è davvero indispensabile: tutto ciò che si fa in stalla dipende dalle sue potenzialità, se si rompe ci blocchiamo! In una stalla attenta al benessere degli animali, come la nostra, meccanizzazione significa anche presenza dei ventilatori per il raffrescamento dell’ambiente in estate e delle spazzole per il loro necessario rilassamento. E poi l’importante molino per macinare le materie prime aziendali».

Le dotazioni della stalla

E poi, aggiunge Gianluca, non bisogna dimenticare i raschiatoi del letame, elettrici o meccanici se guidati da trattore, e il separatore del letame, che divide la frazione solida da quella liquida. «Da noi attualmente quella liquida viene pompata in una linea sotterranea ai terreni a seminativi con bocchette ogni 50 metri, dalle quali viene prelevata da un irrigatore semovente che la distribuisce nei campi; la parte solida la vendiamo ad aziende agricole biologiche per la letamazione dei loro terreni. Ma a breve, grazie alla Misura 121 del Psr Puglia 2007-2013 che ci permetterà anche di rinnovare parte del parco macchine, realizzeremo un impianto a biogas da 100 kW alimentato proprio con le deiezioni animali. Questo impianto ci garantirà non solo l’autosufficienza in termini di energia elettrica, ma anche la disponibilità di energia termica per i fabbisogni del caseificio; inoltre la frazione liquida del digestato, a pronto effetto nutritivo per le colture, la utilizzeremo nei campi per fertirrigazione, mentre la frazione solida la venderemo come ammendante ad aziende biologiche che coltivano ortaggi, olivi, mandorli, ciliegi».

 

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Zootecnia e meccanizzazione un rapporto consolidato - Ultima modifica: 2015-10-05T10:31:53+02:00 da Redazione Terra e Vita

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