Xylella, pochi espianti, molti sovrainnesti?

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La Regione Puglia cerca di recuperare il tempo perduto. Scontro istituzionale sulle misure obbligatorie. Intanto le prove con cv tolleranti aprono nuove speranze

Allarme Xylella. Arginarne l’ulteriore diffusione verso nord e individuare soluzioni scientifiche, se non per debellarla, almeno per contenerla efficacemente. È su questi due binari che, cercando di recuperare il tempo perduto, si sta muovendo la Regione Puglia per contrastare il batterio che sta devastando l’olivicoltura salentina. Contromisure a cui ha dato benzina la lettera di messa in mora inviata a luglio dalla Commissione europea al Governo italiano per chiedere l’eradicazione delle piante infette e l’attuazione delle misure di contenimento disposte dall’Ue. «Senza azioni immediate contro il batterio – così Vytenis Andriukatis, Commissario alla Salute, metteva in guardia il ministro Martina –, Bruxelles non avrebbe avuto altra scelta se non aprire una nuova procedura di infrazione».

Nessun nuovo focolaio

La prima azione immediata attuata dalla Puglia è stata l’intensificazione del monitoraggio nella zona cuscinetto, in quella di contenimento e nelle aree attorno ai vivai. «Da questi controlli – assicura il Servizio fitosanitario regionale – non stanno emergendo nuovi focolai di Xylella». Gli ultimi sono stati individuati a metà agosto a Francavilla Fontana (Br), nella zona di contenimento: 15 ulivi dei quali la Regione ha ingiunto ai proprietari l’immediata estirpazione, senza però tagliare gli altri ulivi nel raggio di 100 m da quelli infetti.

 

 

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Xylella, pochi espianti, molti sovrainnesti? - Ultima modifica: 2016-09-28T16:34:24+02:00 da Sandra Osti

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