Verso una mandorlicoltura ad alta densità

Mandorleto intensivo
Con i nuovi portinnesti poco vigorosi della serie Rootpac®, sono ora proponibili sistemi di impianto ad alta densità e completamente meccanizzabili. Si aprono interessanti prospettive di rilancio della coltura del mandorlo

Con prezzi sul mercato interessanti e la crisi di alcune colture frutticole il mandorlo può risultare una scelta interessante anche per zone marginali. Il mandorlo non deve però essere considerato una specie minore, infatti, ricorrendo a portainnesti nanizzanti può essere inserito in sistemi d’allevamento ad alta densità. A questo scopo in vivaio si opera cercando di preformare la chioma attraverso la cimatura ripetuta del germoglio in accrescimento, per stimolare lo sviluppo di più assi. I sesti d’impianto per un mandorleto ad alta densità propongono distanze di 3,5-4 m x 1,2-1,5 m, ottenendo così un numero complessivo di piante che si aggira sulle 2.000 unità a ettaro. Nei terreni meno fertili le distanze più idonee, ricorrendo al portainnesto Rootpac® 20, sono di 3,5 m x 1,2 m. Qualora si utilizzi invece il Rootpac® 40 è meglio aumentare queste distanze. Alla fine la parete non supererà i 2,5-2,7 con una larghezza massima di 80-85 cm. Le cultivar per questo tipo d’impianto devono essere autofertili e con una fioritura tardiva; l’obbiettivo da perseguire mira a produrre tra i 20 e i 25 q/ha di prodotto sgusciato. Il vero fattore limitante per i mandorleti intensivi è l’acqua: occorrono ben 4 – 5 mila m3/ha d’acqua per una produzione di 20 q /ha. Occorre quindi un ambiente con buona disponibilità d’acqua pena il calo delle produzioni. Molto importante è poi la fertilizzazione, infatti bisogna uscire dalla concezione di un mandorlo marginale e poco esigente e garantirgli adeguati apporti nutrizionali. Molto importante è l’apporto di microelementi; tra questi spicca il manganese, poiché portainnesti a basso o bassissimo vigore ne determinano carenze all’interno della pianta. Sicuramente nel futuro questo modello di coltivazione del mandorlo verrà ulteriormente affinato anche in funzione di nuovi portainnesti e nuove macchine per la raccolta. A ogni modo sarà importante disporre di buoni tecnici e tendere verso un’agricoltura sempre più sostenibile sia economicamente che sotto il punto di vista ambientale.

 

Leggi l’articolo completo sulla rivista di Frutticoltura n. 3/2017 

Verso una mandorlicoltura ad alta densità - Ultima modifica: 2017-04-08T17:17:02+02:00 da Roberta Ponci

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