È sempre più complicato produrre

Limiti d’uso per i geodisinfestanti

AGROFARMACI. Le problematiche dei serricoltori dopo il giro di vite sui prodotti utilizzabili.

Lo stato di incertezza che caratterizza la futura disponibilità delle sostanze geodisinfestanti è fonte di grande preoccupazione per gli agricoltori italiani; in particolare, la disponibilità limitata per soli 120 giorni a partire dal mese di maggio 2009 dell’ 1,3 Dicloropropene non fa che alimentare i dubbi tra gli operatori del settore. Molte sono le aspettative riposte nel futuro responso che l’Unione europea darà relativamente all’inclusione o non inclusione in allegato 1 della normativa 91/414, principalmente per l’1,3 D, ma anche per sostanze come metham sodio e metham potassio, dazomet e cloropicrina. In particolare, proprio per metham sodio e metham potassio il responso relativo all’inclusione o non inclusione è atteso a breve.

Nel frattempo risulta sempre più complicata la produzione di alcune colture specifiche, come i meloni. Probabilmente è ancora presto per affermarlo, ma le difficoltà tecniche nella produzione di melone, in particolare in ambiente protetto, aumentano di giorno in giorno.

L’eliminazione del bromuro di metile ha favorito l’espansione dell’impiego dell’innesto su piede resistente, adottato con successo in diverse parti d’Italia e, in particolare, al Sud, nell’area litoranea compresa tra Gela, Licata e Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. L’uso dei portinnesti però, oggi orientati verso l’adozione di ibridi di Cucurbita maxima x C. moschata, non è stato in grado di limitare le infestazioni di nematodi che, attualmente, sono contenuti proprio mediante applicazione di geodisinfestanti fumiganti (1,3 D) o non fumiganti, applicati in genere sulla coltura in atto.

L’inasprimento delle infestazioni di Meloidogyne sp. ha, inoltre, favorito anche l’adozione di metodi di lotta a base di antagonisti naturali (Paecilomyces lilacinus) i quali, pur non risolvendo il problema, sono comunque capaci di integrare efficacemente altre strategie. Occorre comunque ricordare che proprio in questo areale la tecnica colturale adottata, particolare e fortemente orientata su produzioni forzate pronte per arrivare sul mercato a partire dal mese di aprile, si è adattata alla profonda modificazione delle pratiche di disinfestazione dei suoli agrari con non poche difficoltà. L’aumentata dannosità delle infestazioni di nematodi galligeni, un tempo contenuta con il ricorso a fumigazione con BM, causa spesso importanti perdite di produzione.

INFESTAZIONI NEMATOCIDE
Non solo le cucurbitacee hanno risentito dei problemi legati allo sviluppo di infestazioni nematocide: anche i fragoleti lucani della piana metapontina, nella stagione di coltivazione ormai conclusa, hanno riscontrato diverse difficoltà.

Le cause che hanno contribuito al problema possono essere state diverse: l’aumento degli impianti di fragole fresche e cime radicate, il cui materiale vivaistico è di provenienza varia; l’aumento dei ristoppi eseguiti per contenere i costi dei fragoleti; la riduzione della pratica di disinfestare tutto il terreno (i fumiganti a disposizione sono, come già detto, sempremeno e conminore capacità eradicante verso i nematodi); gli allagamenti causati dalle frequenti precipitazioni invernali dell’anno passato.

I casi di infestazioni da Meloidogyne sono stati piuttosto rari mentre più frequente è stato il ritrovamento del nematode endoparassita Ditylenchus dipsaci, il quale è diffuso in Italia meridionale su varie piante ospiti (oltre la fragola, diverse bulbose e leguminose, tra cui la fava). Da segnalare alcuni casi di infestazioni ad opera dei cosiddetti “nematodi fogliari” (specie appartenenti al genere Aphelenchoides), che raramente erano stati osservati sulla fragola metapontina negli anni passati. Nella maggior parte dei casi le infestazioni sono state rilevate tardivamente, in primavera, quando la coltura era in fase avanzata di produzione, e a volte i sintomi sono stati confusi con carenze di calcio o di magnesio.

Poiché è prevista per i prossimi anni un’ulteriore riduzione dei nematocidi di sintesi (sia geodisinfestati che fumiganti), oltre a limitazioni all’impiego di quelli che resteranno in uso, sarà importante mettere in atto tutte le misure agronomiche preventive (rotazioni, materiale vivaistico certificato nematodefree) e alternative (biofumigazione e solarizzazione) per evitare l’insediamento dei nematodi nel terreno o per limitarne efficacemente le popolazioni.

Limiti d’uso per i geodisinfestanti - Ultima modifica: 2009-07-06T11:53:21+02:00 da Redazione Terra e Vita

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