Nelle zone vulnerabili, ok al rilascio graduale

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Antonio Pederzoli, responsabile tecnico dell’azienda agricola della cooperativa Cab Massari di Conselice (Ra).
Antonio Pederzoli di Conselice (Ra) punta al rispetto ambientale senza ridurre le rese

L’azienda agricola della cooperativa Cab Massari di Conselice (Ra) ricade in un territorio sottoposto a “lotta integrata” e che è classificato come “zona sensibile ai nitrati” (che non può sostenere più di 170 unità di azoto annue per ettaro). Si tratta di un’azienda di oltre 2.400 ha di cui un terzo coltivata a cereali e comprendente una stalla da 200 capi in lattazione e un biodigestore da 1 MW. Un agriturismo e l’azienda faunistica venatoria completano l’attività.

«Vista la nostra posizione – ci spiega Antonio Pederzoli, responsabile tecnico dell’azienda – per la concimazione abbiamo bisogno di prodotti ad alto rendimento ma allo stesso tempo che ci consentano di rimanere dentro le regole».

«Così – continua Pederzoli – nella concimazione del grano che stiamo per effettuare utilizzeremo Rhizovit 35 N-Process di Timac Agro Italia, un prodotto caratterizzato da un rilascio graduale dell’azoto. Questo prodotto, per altro, non contiene inibitori della nitrificazione, ma solo una membrana semipermeabile e solubile che consente il rilascio graduale nel terreno. Probabilmente gli inibitori non creano nessun problema, ma la loro interazione con il terreno ci lascia comunque perplessi».

La dose impiegata di 100 unità di azoto per ettaro, se la stagione è propizia, secondo Pederzoli dovrebbe essere sufficiente fino alla mietitura. «Se proprio si dovesse presentare la necessità – aggiunge – forniremo altri 30 kg/ha alla spigatura, ma niente di più».

Pederzoli ci spiega che con i concimi standard non si riuscivano a fare produzioni elevate anche perché parte del fertilizzante rischiava di andare perso per lisciviazione, dilavamento e volatilizzazione. E adesso utilizzano i concimi a rilascio graduale anche sulle colture primaverili.

«Tengo a precisare che alla fine la spesa è la stessa, anche se usiamo meno concime, ma a fare la differenza è la produzione ottimale che riusciamo a realizzare».

Negli ultimi anni nell’Azienda Cab Massari la produzione del grano tenero è stata di 70-75 q/ha e quella del duro di 68-69, ma la produzione media dei 10 anni precedenti era stata rispettivamente di 63 e 57 q/ha.

«Grazie alle nostre continue e dettagliate analisi del terreno abbiamo una mappatura delle necessità del suolo per zone omogenee e tipologia dei campi – spiega Pederzoli –. Interpoliamo poi questi dati con quello che la normativa ci consente di distribuire e ovviamente mediamo il tutto con la nostra pluriennale esperienza».

«Chiaramente – aggiunge – se dovesse piovere molto, per cui si ritarda molto la concimazione, dobbiamo necessariamente utilizzare concimi a pronto effetto, ma questa è una cosa che non possiamo programmare in anticipo».

In questo momento nell’Azienda Cab Massari il grano si presenta bene e sembra promettere un’ottima produzione. E questo nonostante l’inverno anomalo, caldo e siccitoso. Pederzoli ci racconta anche che in azienda si stanno facendo diverse prove per testare concimi diversi da introdurre poi in piena produzione. «Per gli azotati – ci dice – non vedo a breve grandi novità, ma per quanto riguarda il fosforo, ad esempio, stiamo provando alcuni fertilizzanti a base di Top-Phos sempre di Timac. Guardando il grano su cui è stato distribuito questo prodotto apparentemente non si scorgono grosse novità ma, se esaminiamo l’apparato radicale, vediamo che questo è molto più fascicolato e compatto. Vedremo poi, al momento della spigatura, se questo ci riserverà ulteriori piacevoli sorprese…».

 

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Nelle zone vulnerabili, ok al rilascio graduale - Ultima modifica: 2016-02-26T14:00:47+01:00 da Barbara Gamberini

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