Una normativa aggiornata per rilanciare la pioppicoltura

pioppicoltura
L’elevata qualità del legname risponde alla crescente richiesta del mercato. Un settore che può contare su nuovi incentivi comunitari

La pioppicoltura italiana è da più parti considerata una della tante eccellenze di questo Paese, capace di fornire materia prima di elevata qualità a numerose filiere agroindustriali che basano la loro esistenza sull’utilizzo del legno di pioppo o dei suoi derivati. La capacità di modernizzarsi dell’intera filiera, soprattutto nell’intensa attività di selezione clonale degli ultimi vent’anni da parte di diversi centri di ricerca, nelle tecniche di propagazione vegetativa e nella sperimentazione e razionale divulgazione delle più razionali tecniche colturali, le hanno permesso di raggiungere dei livelli qualitativi e di certificazione ragguardevoli.

Sulla base dei più recenti dati disponibili, la pioppicoltura italiana interessa una superficie complessiva di circa 92.090 ettari, di cui 66.308 ettari (72%) di pioppeto con turno decennale (Ifnc Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di carbonio 2005). La restante parte è costituita dalle formazioni seminaturali con funzione protettiva oltre a quelle per la produzione di energia. Essa si caratterizza per l’elevata qualità del legname prodotto in impianti specializzati, di questi 39.368 ettari sono distribuiti in circa 10.174 aziende agricole (Cga Censimento Generale dell’Agricoltura 2010) ubicate prevalentemente nelle pianure irrigue dell’Italia settentrionale.

Un rinnovato interesse

Nonostante il momento di incertezza per l’andamento poco favorevole dei prezzi di mercato, nuove opportunità fanno ben sperare per una ripresa, in considerazione della crescente richiesta da parte del settore industriale di materiale di qualità prodotto mediante gestione forestale sostenibile (Pefc Programme for the endorsement of forest certification, Fsc Forest stewardship council) per la produzione di compensati o di pannelli Osb (Oriented strand board) con pioppo, il rinnovato interesse delle cartiere per l’utilizzo del pioppo in alternativa alle conifere, la sempre maggiore domanda di elementi strutturali di minor peso a parità di portanza, realizzati con diverse essenze legnose tra cui il pioppo. Un incentivo alla costituzione di nuovi pioppeti viene anche dalla misura 8.1 dei nuovi Piani di Sviluppo Rurale nell’ambito Politica Agricola Comunitaria (2014-2020) che prevedono contributi dal 50 all’80% dei costi ammissibili d’impianto.

*Ph.D. in Animal Science - Agronomo - Tecnologo III Liv. - Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
franco.porcu@crea.gov.it

**Ph.D. in Biotecnologie Agroambientali – Agronomo - Funzionario Tecnico - Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche competitive della qualità agroalimentare ippiche e della pesca -Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare ippiche e della pesca
a.manzo@politicheagricole.it

L’elenco completo dei cloni di pioppo iscritti al Registro nazionale dei materiali di base nella categoria “controllati” (ai sensi del Dlgs. n. 386/2003) è disponibile online a questo indirizzo: https://goo.gl/oRtrEg

 

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 43/2016 L’Edicola di Terra e Vita

Una normativa aggiornata per rilanciare la pioppicoltura - Ultima modifica: 2016-10-26T13:15:51+02:00 da Sandra Osti

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