Il primo intervento antioidico

Le caratteristiche biologiche dell'agente causale dell’oidio della vite

Le caratteristiche biologiche di Erysiphe necator, agente causale dell’oidio della vite  (duplice modalità di conservazione durante l’inverno e ampi limiti climatici per lo sviluppo), unite all’azione devastante delle infezioni ai grappoli ed alla difficoltà di individuare i primi sintomi, rappresentano un ostacolo alla realizzazione di razionali criteri di intervento per il controllo della malattia. Ciò induce frequentemente ad impostare una difesa del vigneto di tipo essenzialmente “preventivo-cautelativo”, con trattamenti più o meno cadenzati a partire dalla ripresa vegetativa.

Come per la peronospora, anche per l’oidio della vite numerose sono le proposte di modelli previsionali della malattia basati sull’andamento dei parametri climatici; tuttavia la complessa biologia ed epidemiologia del patogeno rende alquanto difficile la loro diffusione ed applicazione al di fuori della regione in cui sono stati validati.

 

Il livello di rischio

Il punto di partenza nella pianificazione della difesa contro l’oidio è fornito dall’attribuzione del livello di rischio cui è soggetto il vigneto in questione; questo può essere preventivamente stabilito in base ai parametri pedo-climatici e biologici del fungo della zona di coltivazione (presenza o assenza di germogli infetti per via gemmaria), ma deve necessariamente essere supportato da una profonda conoscenza del vigneto e dall’andamento della malattia negli anni precedenti.

 

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Il primo intervento antioidico - Ultima modifica: 2016-04-17T14:19:50+02:00 da Sandra Osti

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