Pesa la responsabilità italiana sulla deforestazione illegale

Lo denuncia un rapporto sulla Unione europea redatto dalla ong olandese Fern

L’Italia è fra i primi cinque paesi al mondo che contribuiscono in maniera rilevante alla deforestazione illegale in paesi come il Brasile e l’Indonesia. L’Italia occupa addirittura il secondo posto dopo Paesi Bassi e prima di Germania, Francia e Regno Unito.

Il contributo che l’Italia e gli altri Paesi dell’Ue, danno alla deforestazione illegale consiste nell’acquistare in grandi quantità i prodotti ottenuti sui terreni sottratti alle foreste. Lo studio rileva che la maggior parte dei prodotti agricoli di origine illegale che entrano nell’Ue proviene da Brasile e Indonesia. Più della metà di questi prodotti viene dal Brasile, dove si stima che circa il 90% della deforestazione sia illegale; un quarto viene dall’Indonesia, dove si ritiene sia dell’80%. Tra gli altri principali paesi d’origine compaiono Malesia e Paraguay.

Un campo da calcio ogni 2 minuti

La grave denuncia è contenuta in uno studio della Fern, una ong olandese, intitolato “Stolen Goods: the EU’s complicity in illegal tropical deforestation” (Beni rubati: la complicità dell’Ue nella deforestazione illegale delle foreste tropicali). Secondo il rapporto, tra il 2000 e il 2012 è stato disboscato illegalmente l’equivalente di un campo da calcio ogni due minuti per fornire all’Ue carni bovine, pellame, olio di palma, soia, mangimi, scarpe di pelle e biocombustibili. Nel 2012 il giro d’affari è stato di 6 miliardi di €. Lo studio individua i principali responsabili in 5 governi: Paesi Bassi, Italia, Germania, Francia e Regno Unito. La pratica, tra l’altro, contribuisce ad accrescere gli impatti del cambiamento climatico.

Il Vecchio continente, in totale, importa il 25% della soia, il 18% dell’olio di palma, il 15% delle carni bovine e il 31% del pellame derivati dal disboscamento tropicale che sbarcano sul mercato internazionale.

Grazie ai loro grandi porti, i Paesi Bassi importano un terzo delle materie prime derivanti dalla deforestazione illegale che entrano in Europa. Gran parte di queste vengono poi trasferite in altri Stati europei. Complessivamente, Paesi Bassi, Italia, Germania, Francia e UK importano il 75% dei prodotti illegali che arrivano in Europa, e ne consumano il 63%.

Olio di palma, carni, pellame e soia

L’importanza delle varie materie prime cambia da Paese a Paese:

-   in Paesi Bassi e Germania olio di palma, utilizzato in prodotti cosmetici e alimentari;

-   nel Regno Unito la carne bovina;

-   in Italia il pellame (l’import di materie prime da deforestazione illegale vale 1 miliardo di €);

-   in Francia la soia per mangime (polli e maiali).

Il rapporto riconosce che recentemente molte società si sono volontariamente impegnate a risanare le proprie catene di fornitura con l’obiettivo di arrivare a “deforestazione zero”, ma avverte che, in un contesto di illegalità diffusa, sarà difficile tenere fede a questi impegni in assenza di interventi governativi.

La Fern ritiene sia necessario un piano d’azione comunitario in materia.

Pesa la responsabilità italiana sulla deforestazione illegale - Ultima modifica: 2015-03-30T16:38:28+02:00 da Sandra Osti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome