Ravanello, le nuove varietà puntano sulle resistenze

Ravanello
Miglioramento genetico contro i problemi fitosanitari

Presenza di fisiopatie, resistenze genetiche, diversificazione e varietà per il pre-pack nella coltura e nella commercializzazione del ravanello. Sono i settori sui quali sta lavorando Vilmorin, azienda distributrice sul mercato nazionale italiano del marchio Hazera (già leader nel mercato mondiale del ravanello tondo rosso).

Vilmorin svolge per Hazera un’intensa attività di ricerca & sviluppo con personale proprio e distribuisce su tutto il territorio nazionale diverse orticole della gamma Hazera, in primis pomodoro, cipolla, angurie, cavoli e appunto ravanello. Su quest’ultimo mercato l’azienda ha una posizione di leadership con oltre il 50% del valore di mercato grazie all’ampia gamma varietale che consente di produrre ravanello per dodici mesi all’anno.

Alla coltura del ravanello Vilmorin Italia ha dedicato un meeting tecnico nazionale a Sabaudia (Lt); la grande maggioranza della superficie nazionale destinata a ravanello tondo rosso è situata proprio in questa zona. In questa occasione  Gianni Luca, responsabile ricerca & sviluppo di Vilmorin Italia, ci ha spiegato: «Il mercato del ravanello è particolarmente florido nella provincia di Latina, dove il 100% della produzione si ottiene in coltura protetta. All’ortiva sono dedicati circa 1.150 ettari di terreno. Il ravanello viene raccolto in mazzetti da 10-15-20 bulbi a seconda della destinazione del mercato. Tra i Paesi importatori più importanti troviamo Germania, Austria, Ungheria, Polonia e altri Paesi dell’Est, oltre che l’Italia, soprattutto nel periodo estivo. Vilmorin sviluppa i suoi prodotti in stretta collaborazione con le più grandi aziende produttrici di ravanello in Italia».

Nel comprensorio di Latina, precisa Luca, «testiamo 400 nuovi ibridi all’anno con quattro screening sui 12 mesi: uno autunnale, due invernali e uno estivo. Da questa analisi scegliamo gli ibridi più performanti, da cui sviluppiamo poi le novità varietali per il mercato nazionale. Su quali basi? Anzitutto, aspetti agronomici e qualitativi, criteri di omogeneità (i bulbi ammazzettati devono presentarsi uguali ovvero omogenei), rese elevate e qualità del prodotto. Quest’ultimo aspetto deve rispettare, anzitutto, i criteri della forma sferica e del colore rosso brillante, ma anche un bulbo internamente denso e bianco, l’assenza di spugnosità e di pizzicore ovvero di piccantezza».

Il mercato esige infatti un prodotto omogeneo per agevolare le operazioni di raccolta, una foglia fresca poco soggetta a deterioramento ovvero a ingiallimento, bulbi privi di spugnosità e di cavità interne.

Quanto alla shelf life, precisa ancora Luca, «è un aspetto su cui è abbastanza complicato lavorare. Teniamo presente infatti che il prodotto, una volta raccolto, ha al massimo una settimana per essere consumato».

A Latina, il mercato del ravanello ha a disposizione serre multi capriate in ferro, i cosiddetti tunnelloni, capannine in legno tradizionale e coperture plastiche al 100%. Il tipo di terreno è prevalentemente sabbioso. Ad oggi il ravanello viene commercializzato in mazzetto per l’80% e in pre-pack per il 20%; quest’ultimo dato è in costante crescita.

Il ravanello è una coltura soggetta a problemi fitopatologici in ogni periodo di coltivazione. «Ad esempio - specifica Luca - nel periodo invernale le insidie principali sono rappresentate dalla bassa uniformità dei bulbi, dalla bremia (Peronospora parasitica) che colpisce bulbo e foglia e che rende il prodotto non commerciabile, dalla ruggine bianca (Albugo candida). In primavera, abbiamo a che fare invece con peronospora, foglie troppo lunghe, prefioritura. In estate, con fogliame disequilibrato, bulbi di colore rosato (non rubino), alternariosi. In autunno, a dare problemi possono essere peronospora, rizoctonia, prefioritura, spugnosità interna».

Per ovviare o evitare queste e altre insidie, i genetisti di Hazera lavorano su diversi fronti. A spiegarci in dettaglio l’attività di ricerca interviene Bert Jansen, junior breeder, che insieme al senior breeder André van Andel si occupa della genetica nell’azienda.

«Al momento stiamo lavorando sulle principali fisiopatie, sulle resistenze genetiche, sulla diversificazione (vedi ad esempio il ravanello a bulbo bianco), sulle varietà per il pre-pack (il ravanello commercializzato senza foglia per una maggiore conservazione del prodotto).  E tutte queste varianti devono mantenere inalterate le caratteristiche di fondo. Che sono, lo ripetiamo, omogeneità, resa produttiva in campo ed elevata qualità».

Da cinque anni a questa parte, Hazera sta lavorando per migliorare il livello di resistenza genetica alla batteriosi. «Motivo per cui», aggiunge Jansen, «stiamo effettuando uno screening approfondito nel periodo invernale, quando il rischio d’incidenza di questa malattia è più consistente».

Parallelamente, un altro settore forte di ricerca di Hazera è quello delle varietà resistenti alla fusariosi. Precisa Jansen: «La fusariosi rappresenta un problema molto consistente in Olanda. Se e quando dovesse arrivare in Italia, noi saremo pronti a combatterla».

Riguardo alle fisiopatie, l’azienda si sta concentrando per elevare sempre più il livello di resistenza a spaccatura (cracking) della radice, spesso causata dall’eccesso di irrigazione in campo, da sbalzi termici e/o igrometrici in fase di lavaggio e stoccaggio post raccolta, nonché nella selezione si deve tener conto anche del materiale genetico.

Ravanello, le nuove varietà puntano sulle resistenze - Ultima modifica: 2016-04-24T08:00:48+02:00 da Sandra Osti

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