Mais, ambiente e filiere “difficili”

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Al Forum per il futuro agricolo a Milano presentati i risultati stimati (le trebbiature sono in corso) del progetto Combi Mais Idrotechnologies di Innovagri

Meno 50% di acqua, meno 30% di azoto, per ottenere un raccolto sopra almeno i 120 q/ha di granella. Sono i risultati stimati (le trebbiature sono in corso) del progetto Combi Mais Idrotechnologies di Innovagri.

Li ha anticipati a Milano Mario Vigo dell’omonima azienda lombarda («15 minuti da piazza Duomo- stigmatizza l’imprenditore-») in occasione dell’edizione speciale “Expo” del Forum for the Future of agricolture. Una ricerca priva di sostegno istituzionale, nata dalla collaborazione con partner come Syngenta, Netafim, Unimer, Cifo, Kuhn e Same, Unica voce che si è sentita in questi mesi a Expo 2015 in favore di questa importante filiera cerealicola italiana. Una risposta forte contro i pregiudizi di chi addita mais e riso come colture “poco sostenibili” per le alte esigenze in termini di input produttivi (ma si tratta anche delle colture di gran lunga più produttive e - un tempo - redditizie). Il protocollo di produzione che integra in modo efficiente genetica, protezione e irrigazione a goccia con ala interrata dimostra invece che l’attenzione all’ambiente può diventare un’opportunità anche per queste colture. Un’aspirazione in linea con gli obiettivi di questo evento internazionale (la sfida di “produrre di più, con meno”) promosso da Syngenta ed European Landowners’ Organization. Michael Prinz zu Salm Salm, presidente di ELO, ha ricordato che aumentare le rese future è un’esigenza. Luigi Radaelli di Syngenta ha ricordato al moderatore Attilio Romita del Tg1 come in Italia ci sia troppa conflittualità tra diversi modelli “green” e come sia indispensabile non rinunciare per partito preso all’innovazione. Il viceministro alle Politiche agricole Andra Olivero ha informato sull’elaborazione in corso del Piano strategico per l’innovazione per soddisfare l’obiettivo di fame zero, Carlo Zaghi, per il ministero dell’Ambiente, ha annunciato l’imminente appuntamento del vertice sullo sviluppo sostenibile del 25 settembre (e la necessità di mettere in atto azioni per abbassare l’impatto ambientale). Martin Scheele della Commissione Ue ha difeso la scelta dell’introduzione dei farraginosi meccanismi del greening nella Pac e Marco de Matteis, dell’omonima azienda molitoria, ha esaltato i vantaggi di una scelta di integrazione di filiera. Alla fine i relatori hanno sottoscritto gli obiettivi della Carta di Milano. Dove l’approdo dell’agricoltura in grande stile con Expo fa tornare alla mente le pagine del grande classico manzoniano, che descriveva tempi in cui anche questa grande capitale industriale non era immune dalla fame (poco prima dell’arrivo del mais in pianura padana).

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Mais, ambiente e filiere “difficili” - Ultima modifica: 2015-09-20T14:23:19+02:00 da Sandra Osti

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