V CONTO ENERGIA

Il fotovoltaico conviene ancora nonostante il calo degli incentivi

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Completato il 1° Registro dovrebbero rimanere 214 milioni di euro: ci sarebbe ancora spazio per il 2° Registro e, forse, per un 3°

Come previsto dal decreto del ministero dello Sviluppo economico del 5 luglio 2012, il V Conto energia (CE), tanto criticato dagli operatori del settore fotovoltaico, è partito.

Infatti il Gse ha pubblicato il 28 settembre, quindi in anticipo rispetto alla scadenza dell’8 ottobre prevista dal decreto, la graduatoria (Elenco A) degli impianti FV iscritti al 1° Registro in posizione tale da rientrare nei limiti di costo previsti (140 milioni euro), e la graduatoria (Elenco B) degli impianti esclusi, in quanto carenti dei requisiti necessari .

Il Gse ha inoltre precisato che l’ammissione in graduatoria non garantisce l’accesso agli incentivi che rimane subordinato alla verifica del rispetto degli altri requisiti previsti dal Decreto e dal quadro normativo di riferimento, nonché alla verifica dell’assenza delle condizioni ostative di cui agli articoli 23 e 43 del Dlgs. 28/11. Inoltre gli impianti ammessi in graduatoria come “impianti in esercizio”, hanno presentato al Gse il 13 ottobre scorso, la richiesta di concessione della tariffa incentivante, mentre gli impianti ammessi in graduatoria come “impianti non in esercizio”, devono entrare in esercizio entro il 28 settembre 2013, a pena di decadenza dal Registro.

Il tetto di 140 milioni di euro fissato dal Dm. per il 1° Registro non è stato raggiunto e pertanto non sono state applicate le regole previste per i criteri di priorità. Gli impianti ammessi in graduatoria sono stati elencati in ordine alfabetico, e suddivisi in impianti in esercizio alla data di presentazione della richiesta di iscrizione al Registro e impianti non in esercizio.

In aggiunta ai 3.331 impianti fotovoltaici con potenza inferiore a 12 kW e quindi esenti dall’iscrizione al Registro connessi al 16 ottobre scorso (per un totale di 14.721 kW con una potenza media di 4 kW/impianto), sono stati ammessi 3.620 impianti FV per un totale di 966.521 kW con un valore medio di 271 kW/impianto e un costo annuo cumulato di 90,5 milioni di euro. La maggior parte degli impianti ammessi ha una potenza inferiore a 1 MW con una potenza media di 200 kW, mentre 80 impianti hanno una potenza superiore a 1 MW, e di questi 11 impianti hanno una potenza superiore a 5 MW per un totale di 103 MW.

Gli 11 mega impianti saranno installati in 6 regioni diverse con prevalenza in termini di potenza in Basilicata e nel Lazio.

La potenza media per impianto è di circa 200 kW

Da questi primi dati si possono ricavare una serie di conclusioni preliminari:

1) nonostante lo scetticismo generale, il sistema FV è ripartito, ma con una dimensione inferiore a quella prevista dal legislatore. Installare impianti FV in Italia è ancora interessante, anche se il sistema incentivante è stato ridotto rispetto al passato e continuano ad esistere una serie di riserve sulla credibilità delle autorità italiane a causa dei continui cambiamenti nel giro di pochi mesi;

2) i mega impianti con potenza superiore a 1 MW, costruiti presumibilmente su terreno, hanno anche stavolta impegnato una porzione significante della potenza da installare di poco superiore a quella relativa a tutti i mega impianti installati fino a dicembre 2011 (26% rispetto al totale verso 25%);

3) escludendo gli impianti con potenza superiore a 1 MW, la potenza media per impianto risulta di circa 200 kW, valore notevolmente superiore a quello relativo al totale degli impianti con potenza fra 3 e 1.000 kW installati fino al 2011 (216.516 impianti per una potenza installata totale di 9.242 MW con una media di 42,6 kW/impianto). Le nuove tariffe incentivanti del V CE favoriscono quindi nettamente i grandi impianti, un risultato totalmente diverso da quello auspicato dal governo. Probabilmente a questo risultato dovrebbe aver contribuito il premio per l’autoconsumo, ma non abbiamo dati che ci permettano di suffragare questa ipotesi;

4) i piccoli impianti con potenza inferiore a 12 kW, gli impianti della famosa “signora Maria”, dovrebbero rappresentare un frazione modesta della potenza totale degli impianti installati. Infatti anche assumendo un valore di 200 MW alla fine del 2° Registro (valore ottenuto raddoppiando la proiezione del dato del contatore Gse al 16 ottobre), la percentuale di questi impianti dovrebbe risultare notevolmente inferiore a quella del 2011 (303 MW per impianti fino a 3 kW contro la stima di 200 MW). Una conferma ulteriore della penalizzazione dei piccoli impianti con il nuovo conto energia.

Sfavorito il consumo in loco

È evidente a questo punto che il nuovo CE non risponde alle aspettative del settore e difficilmente permetterà la diffusione di impianti che producono energia elettrica che viene consumata in loco. Questo era infatti l’obiettivo che ispirava i promotori del FV negli anni eroici di questa tecnologia (2002-2005). Purtroppo tutti gli attori di questo settore hanno contribuito a questo risultato:

a) gli operatori che hanno sempre spinto per tariffe più elevate, nonostante l’Epia, l’associazione di categoria europea, avesse già lanciato l’allarme per il livello delle tariffe italiane fin dal 2005;

b) alcune associazioni di categoria che per supportare la loro autonomia dal Gifi e soddisfare gli interessi di alcuni soci hanno spinto i mega impianti;

c) gli investitori spagnoli e tedeschi, seguiti velocemente da quelli italiani, che hanno sfruttato il livello delle tariffe italiane creando bolle speculative e turbative del mercato;

d) i vari Governi che hanno modificato le tariffe all’ultimo momento per venir incontro alle esigenze di qualche potere forte (I e IV CE), e) il Parlamento che approvando il decreto Salva Alcoa ha favorito il boom del III CE con un aggravio dei costi annuali di circa 250 milioni euro.

Rimane a questo punto da valutare la durata del V CE fino al raggiungimento del costo cumulato massimo ammesso dal Dm., tenendo presente il costo cumulato al 16 ottobre scorso, il costo già impegnato per grandi impianti del IV CE e per il 1° Registro del V CE, la stima del costo degli impianti integrati, degli impianti delle Pubbliche amministrazioni del 1° Registro del V CE, e degli impianti fuori registro del V CE.

Al completamento del 1° Registro dovrebbero rimanere 214 milioni di euro ed esistono quindi i presupposti perché ci sia ancora spazio per il 2° Registro (costo massimo 120 milioni) e forse per un parziale 3° Registro (costo massimo 80 milioni). È auspicabile che a quel punto si sia raggiunta la famosa “grid parity”, che dovrebbe permettere l’installazione di impianti FV senza il contributo di incentivi.

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Il fotovoltaico conviene ancora nonostante il calo degli incentivi - Ultima modifica: 2012-10-18T00:00:00+02:00 da Redazione Terra e Vita
Il fotovoltaico conviene ancora nonostante il calo degli incentivi - Ultima modifica: 2012-10-18T11:11:11+02:00 da Redazione Terra e Vita

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