Cidia e monilia, una minaccia per pesche e nettarine

pesche
È tempo di raccolta, ma le varietà medio-tardive vanno controllate con attenzione

Le aziende sono in piena campagna di raccolta delle pesche. Dal punto di vista fitoiatrico non sono da segnalare problematiche particolari, ma la campagna è ancora lunga per le varietà a maturazione media e tardiva, considerato che si deve arrivare a settembre: ancora almeno due mesi. Infatti, nelle liste varietali consigliate dal Disciplinare di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna compaiono varietà come Zailati Gladys ® (pesca a polpa bianca) e Lucie (pesca a polpa gialla) che maturano rispettivamente 51 e 60 giorni dopo Vistarich (data media 15/07), mentre tra le nettarine a polpa gialla troviamo Alexa® che matura 67 giorni dopo Big Top (data media 11/07); solo per citare alcuni esempi.

Dunque le sorprese potrebbero essere amare in agosto e settembre. L’attenzione deve essere posta in particolare su cidia, anarsia, cocciniglia e monilia. Mentre per i primi tre fitofagi già dalla raccolta si possono trarre utili indicazioni con una situazione sotto controllo, diverso è il discorso relativo alla monilia che manifesta la sua pericolosità in prossimità della maturazione e dipende molto dall’andamento stagionale.

La pericolosità di questi due fitofagi (Cidia molesta e Anarsia lineatella) è dovuta da un lato alla capacità di aggredire i frutti, dall’altra, in particolare per la cidia, alla presenza costante e con voli continui degli adulti per tutta la stagione; attenzione dunque a non abbassare mai la guardia e a non lasciare varchi nella difesa.

L’infestazione di cidia si presenta, normalmente, omogenea con forti presenze, spesso con voli continui, che si possono mantenere costantemente al di sopra della soglia di intervento. Al contrario, le infestazioni di anarsia sono alquanto irregolari e, a fianco di pescheti con elevate presenze, se ne possono trovare altri con presenze quasi nulle. Quindi è fondamentale continuare con accurati monitoraggi delle infestazioni, controllare le trappole a feromoni sessuali sia per la cidia sia per l’anarsia ed eseguire periodici rilievi anche sui frutti per individuare la presenza di un eventuale attacco larvale; in questo modo si può verificare anche il buon andamento del metodo della confusione/distrazione sessuale su pesco e decidere se effettuare trattamenti di soccorso. Nelle aziende dove non è stato applicato tale metodo occorre continuare gli interventi chimici tenendo come riferimento le soglie di intervento fissate dalla difesa integrata.

Le soglie non sono vincolanti per le aziende che applicano i metodi della confusione o della distrazione sessuale.

Per il corretto posizionamento dei trattamenti si può fare riferimento inoltre, alle indicazioni dei bollettini di produzione integrata, definiti sulla base dei modelli previsionale Mrv messi a punto in Emilia-Romagna. I modelli previsionali Mrv per Cydia molesta e per Anarsia lineatella, sono validi ed utilizzabili su pesco, solo per le prime due generazioni. In caso di superamento soglia, solitamente il trattamento di apertura contro le generazioni successive dovrebbe prevedere l’impiego di triflumuron, o di metoxifenozide oppure di clorantraniliprole (=rynaxypir) in ovideposizione, prima della schiusura delle uova e della penetrazione delle prime larve, per poi continuare la difesa con larvicidi quali: indoxacarb, etofenprox, Bacillus thuringiensis e spinosad (consentiti anche in biologico), emamectina, thiacloprid.

In prossimità della raccolta occorre ricorrere a prodotti caratterizzati da un breve intervallo di sicurezza, da una bassa residualità, ed eventualmente attivi anche verso altri fitofagi (etofenprox, Bacillus thuringiensis, spinosad, emamectina).

Si segnala che gli interventi con spinosad sono attivi contro il tripide estivo e anche nei confronti delle forficule se effettuati la notte.

Importante attuare un’efficace e sostenibile gestione della resistenza utilizzando insetticidi con diverso meccanismo d’azione e cercando di indirizzare la scelta verso quelle sostanze attive che sono a minor impatto ambientale nei confronti degli insetti utili.

Monilia

La monilia deriva da tre specie di funghi: Monilinia fructigena (Monilia fructigena nella forma conidica), Monilinia laxa (Monilia laxa nella forma conidica), e Monilinia fructicola (Monilia fructicola), rinvenuta nel 2010 ma che negli ultimi anni è diventata la forma prevalente, specie su frutti .In condizioni climatiche particolarmente favorevoli può assumere il ruolo di fattore determinante per il buon esito della coltura. Superata ormai la delicata fase di fioritura occorre concentrasi sulla protezione dei frutti......

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Cidia e monilia, una minaccia per pesche e nettarine - Ultima modifica: 2015-07-27T10:46:35+02:00 da Sandra Osti

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