Fabrizio Adani: “Decreto rinnovabili, un’altra occasione mancata”

Decreto
Fabrizio Adani - Svolge presso il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università di Milano attività di ricerca su chimica del suolo, recupero e trattamento rifiuti organici, bioenergia e Chimica verde in qualità di Professore Ordinario. È responsabile scientifico del Gruppo Ricicla dell’Università di Milano.
Solo una boccata di ossigeno, nel solco dei passati decreti e in linea con le tendenze degli ultimi anni

In attesa dell’ormai “dato per sicuro da anni” decreto biometano, è arrivato invece quello del 23 giugno scorso noto come “Decreto rinnovabili”, che aggiorna i meccanismi d’incentivazione degli impianti a fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.

Sostanzialmente nulla di nuovo……solo una boccata di ossigeno, nel solco dei passati decreti e in linea con le tendenze degli ultimi anni: predilezione per i piccoli impianti, riduzione, sino alla loro eliminazione, delle colture energetiche tradizionali e produzione di energia elettrica (cogenerazione).

Il decreto mette a disposizione 105 milioni di euro per impianti a biomasse e di biogas di taglia piccola-grande secondo procedure diversificate a seconda della taglia dell’impianto, per un totale di 90 MW (iscrizione al registro).

Il Decreto conferma la volontà del legislatore di favorire gli impianti di piccola taglia (< 300 kW) attraverso un maggior valore dell’incentivo, semplificando le procedure di accesso ai meccanismi di incentivazione (impianti < 100 kW) ed esonerando gli impianti piccoli (< 300 kW) dal rispetto di alcune condizioni che gli impianti di potenza maggiore devono rispettare pena il taglio del 5% dell’incentivo, in particolare:

-   deve operare in cogenerazione ad alto rendimento;

-   deve rispettare i valori di emissione di cui all’allegato 5 al decreto 6 luglio 2012;

-   deve recuperare almeno il 30% dell’azoto totale in ingresso all’impianto attraverso la produzione di fertilizzanti e rispettare altre condizioni specifiche.

Proprio quest’ultimo aspetto appare interessante in quanto rappresenta una timida apertura (già presente nei passati decreti con il riconoscimento di un maggiore incentivo per il recupero di N) al concetto di digestione anaerobica quale strumento per il recupero di elementi nutritivi e di miglior gestione degli stessi in un’ottica di preservazione dell’ambiente.

Il recupero dei nutrienti attraverso il “biogas agricolo” è l’occasione per gestire al meglio i reflui zootecnici e gli scarti agricoli con ricadute positive sull’agricoltura stessa in termini di incentivi da reinvestirsi in agricoltura e sulla società proponendo un’agricoltura più sostenibile.

Biogas, recupero dei nutrienti ed economica circolare per un’agricoltura più sostenibile, sono paradigmi che proponiamo da ormai una decina di anni, ma siamo stati poco ascoltati.

Il biogas serve per meglio gestire l’agricoltura risolvendo problemi concreti: la direttiva nitrati, la qualità delle acque, la fertilità dei suoli, e serve per proporre tecniche agricole innovative quali l’agricoltura di precisione e quella conservativa.

Ad oggi, osservo poca concretezza e molti proclami e slogan…ma di fatto su questi argomenti, digestato incluso, non si è mosso nulla in un decennio. Eppure le occasioni (es. Decreto digestato) e gli esempi concreti non sono mancati e non mancano (impianti per il recupero di N a tecnologia tutta italiana).

Altro aspetto non trascurabile del decreto è che di fatto l’incentivo non premia più l’uso di colture energetiche tradizionali (es. mais). Se in un primo momento l’uso di tali colture è stato positivo per avviare e consolidare il biogas, successivamente, la presenza degli incentivi, che garantivano redditività, si è rivelato un freno per l’evoluzione stessa del biogas (ne sono la dimostrazione anacronistiche prove agronomiche sulle colture tradizionali per biogas).

 

Più volte abbiamo ribadito l’aspetto negativo legato alla mancata innovazione del settore del biogas che ha saputo solo adattare la taglia dell’impianto all’incentivo proposto di volta in volta, senza essere propositivo per sopravvivere senza, o con ridotti incentivi. Dipendere solo dagli incentivi e da chi decide se questi ci saranno o meno e di quale entità saranno, è controproducente e frustrante.

In conclusione il Decreto c’è... per il futuro... aspettiamo cosa decideranno... (gli altri).

 

di Fabrizio Adani

fabrizio.adani@unimi.it

Fabrizio Adani: “Decreto rinnovabili, un’altra occasione mancata” - Ultima modifica: 2016-08-28T17:32:44+02:00 da Sandra Osti

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