Sostenibilità da comunicare

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Al centro: Camillo Gardini, presidente Agri2000.
Indagine sui consumatori: agricoltori più “green” del percepito nel 9° rapporto di Agri2000 presentato ad Expo

E’ un termine prezzemolo, ingrediente trasversale, quasi obbligatorio quando si parla di futuro, ambiente e agricoltura. Lo invoca la Fao, ne è permeata l’esposizione universale, dai padiglioni ai messaggi istituzionali, passando per il lascito “immateriale” di questi sei mesi di eventi, la Carta di Milano. Ma che cos’è, in definitiva, la sostenibilità nel settore agricolo? E soprattutto: interessa al consumatore? Sposta le scelte d’acquisto? Viene compresa e percepita?

A queste domande è dedicato il 9° Rapporto dell’Osservatorio sull’innovazione e sostenibilità della produzione agricola, realizzato da Agri2000 e presentato ad Expo. Il rapporto, realizzato sulla base di una campione di 700 persone, rappresentativo della popolazione italiana, restituisce una fotografia in chiaro scuro del rapporto agricoltura-sostenibilità.

La prima evidenza da considerare è che la sostenibilità sta iniziando a muovere le scelte d’acquisto. Nonostante la crisi, qualità e prezzo non sembrano essere più gli unici parametri da considerare quando si fa la spesa. «Il consumatore – ha spiegato Camillo Gardini, presidente Agri2000 – è sempre più interessato a considerare come il cibo è stato prodotto, cosa c’è dietro la produzione, sia in termini di rispetto dell’ambiente che del lavoro».

Un aspetto positivo, che cozza però con un forte senso di confusione. Primo: quasi il 90% del campione ha dichiarato di non aver trovato nei punti vendita riferimenti chiari su prodotti da “agricoltura sostenibile”, che vengono spesso scambiati per prodotti biologici, equo-solidali o prodotti Coop. Secondo: la maggior parte degli intervistati non ritiene che l’agricoltura italiana sia particolarmente sostenibile (47% insufficiente; 33% sufficiente). Perché? Molto fanno gli scandali, le paure su chimica e inquinamento, magari le biotecnologie. Ma forse altrettanto dipende dal fatto che il consumatore medio non ha una chiara idea di cosa sia l’agricoltura (83% non ha mai sentito parlare di lotta integrata) e di come si sia evoluta negli ultimi anni. «I progressi ottenuti finora – ha concluso Davide Vernocchi, presidente del coordinamento del settore ortofrutticolo di Fedagri – sono percepiti solo in minima parte dalla collettività. Come cooperazione agroalimentare ci adopereremo da un lato per incoraggiare una maggiore e forte azione di comunicazione anche con il supporto delle istituzioni, e dall’altro per sostenere il processo di innovazione e ricerca al fine di trovare soluzioni sempre più adeguate».

 

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 40/2015 L’Edicola di Terra e Vita

Sostenibilità da comunicare - Ultima modifica: 2015-10-09T12:03:40+02:00 da Sandra Osti

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